Monday, 21 July 2008

A Very Special Thanks to:

Per elencare tutte le persone che mi hanno aiutato nel corso di questo viaggio dovrei scrivere un libro intero. Ringrazio tutte le persone locali che ho incontrato e tutti i viaggiatori che hanno incrociato la loro strada con la mia e che hanno condiviso con me il loro cibo, le loro case, i loro attrezzi, la loro esperienza, le loro avventure, ma soprattutto la loro amicizia. Spero vivamente un giorno di poter essere in grado di contraccambiare tanta generosita'. Voglio fare una piccola eccezione per ringraziare Tom Mamic e Veysel Bayam perche' senza il loro aiuto nel deserto del lago Turkana a quest'ora forse non sarei qui a raccontarlo.
Un ringraziamento speciale pero' lo meritano tutte le persone che si sono impegnate ed hanno lavorato volontariamente senza ricevere alcun tipo di compenso per realizzare il progetto umanitario "Una Scarpa per un Sogno". Innanzitutto ringrazio le aziende che con le loro donazioni lo hanno reso possibile: Ducati (Lucio Attina', Marco Rimondi e tutti i ragazzi delle filiali di Istanbul, Johannesburg e Port Elizabeth), Ies e la famiglia Vannucci, Funaro & Co, Filmmaster, Ferrino, Kutcomm, Cucine & Cucine e Studio Green Grass (Andrea Gandiglio). Ringrazio Diadora, Puma e Mondo per tutto il materiale sportivo che hanno donato. Ed infine ringrazio tutte le persone che hanno collaborato gratuitamente con l'Associazione Muti Onlus: Luca Puggina, Cristina Martinetti, Veronica Bottanelli ed Alessandro Russo.
Ma il mio ringraziamento piu' sentito va a colui che ha vissuto al mio fianco gran parte di quest'avventura: Robin Goode. Con lui ho condiviso i momenti piu' belli e mi e' sempre stato vicino nel momento del bisogno. E' stato il compagno ideale che chiunque vorrebbe avere al proprio fianco per intraprendere un'avventura cosi' impegnativa. Ma piu' di ogni altra cosa lo ringrazio perche' Robin e' un grande amico e mi ha aiutato a realizzare il piu' grande sogno della mia vita. -Thanks Bru, I will never forget!-

Well… it would take me a whole book to mention all the people who helped me during this journey. I thank all the locals I met and all the travellers who crossed their road with mine – we shared food, accommodations, tools, experiences, adventures and friendship - I do hope I will have the chance to do more for them one day. However, I must mention Tom Mamic and Veysel Bayam, because without their help in the Lake Turkana desert I wouldn’t be here to tell about it now.
Thanks to all the people who worked as volunteers (no money for them) to make the humanitarian project “Una Scarpa per un Sogno” come true. First of all thanks all the companies that made it possible with their donations: Ducati (Lucio Attinà, Marco Rimondi and all the guys at the Ducati branches in Istanbul, Johannesburg and Port Elizabeth), Ies and the Vannucci family, Funaro & Co, Filmmaster, Ferrino, Kutcomm, Cucine & Cucine and Studio Green Grass (Andrea Gandiglio). Thanks to Diadora, Puma e Mondo for all the sportswear they gave us for free. And finally thanks to everybody who cooperated for free with the Associazione Muti Onlus: Luca Puggina, Cristina Martinetti, Veronica Bottanelli, Alessandro Russo and Federico Boggio.
But the most heartfelt thank you is for the guy who experienced with me most of this adventure: Robin Goode.
We shared the most beautiful moments and he was always with me when I needed him. He’s been an ideal travel-mate, a guy anybody would like to undertake an adventure with. But most of all I thank him because Robin is a great friend and helped me a lot in carrying out the greatest dream of my life. -Thanks Bru, I will never forget!-

Betty's Bay - Cape Town (32.717 km)


Done!

The Peninsula


False Bay


What incredible colours!


Water front


Table Mountain View


Sunset at the Cape

Cape Town


Lions Head




L'ultima tappa fino a Cape Town e' stata un po' come la passerella finale di questo lungo viaggio. Bob (il papa' di Robin), Patrick, ed altri amici ci hanno "scortato" con le loro moto ed io e Robin abbiamo guidato fianco a fianco sulla strada panoramica che costeggia tutta la costa. E' stata una bellissima giornata. Il sole rifletteva la sua luce sulla superfice dell'oceano e le montagne di Cape Town creavano un contrasto drammatico con i colori chiari e brillanti del cielo. Durante questo viaggio avevo cercato piu' volte d'immaginare questo momento, ma questa volta credo che la realta' abbia superato di gran lunga in bellezza l'immaginazione. Una volta arrivato a Cape Point sono stato travolto nuovamente da una quantita' infinita d'emozioni. Ho ripensato ai momenti piu' difficili di questo viaggio. Al deserto Nubiano, al Lago Turkana, al Namib. Ma ho pensato anche ai momenti piu' belli e soprattutto alla ragione che mi ha spinto fin qui: il sorriso di tutti i bambini che hanno ricevuto il materiale sportivo attraverso il progetto "Una Scarpa per un Sogno".
L'ultimo paesaggio mozzafiato che posso descrivere in questo blog e' quello delle cime aguzze e squadrate della Table Mountain circondate dalle luci della citta'.
Ora l'Africa Trek e' veramente arrivato alla fine. Oramai fa parte dei miei ricordi piu' belli e forse e' arrivato il momento di progettare una nuova grande avventura da qualche altra parte nel mondo. In realta' c'e' gia' qualcosa che bolle in pentola, ma sara' una sorpresa.
Colonna sonora: "Wish you were here" Pink Floyd

The last leg to Cape Town was a sort of a final parade to this long journey. Bob (Robin’s pa), Patrick and other friends “escorted” us with their bikes, and Robin and I rode side by side all the way down a scenic route along the coast. The weather was very fine. The sunlight was shining on the ocean waves, and the mountains backing Cape Town created a terrific contrast with the bright colours of the sky. During the journey sometimes I wondered trying to imagine this moment, but this time the beauty of reality knocked out imagination. At Cape Point excitement and emotion overwhelmed me once more. My mind went once again to the hardest moments of this journey, the Nubian desert, Lake Turkana, Namib. But I recalled the good moments as well, and most of all I thought of the reason why I have travelled this far: the smiling faces of all the children who received the sportswear through the project “Una Scarpa per un Sogno”.
The last breathtaking views I can write about in this blog are the Table Mountain pointed peaks surrounded by the city lights.
Now the Africa Trek is definitely over. It will stay with me as one of my fondest memories, and maybe now it’s time to plan a new great adventure somewhere around the world. Well, actually something’s brewing already, but it will be a surprise.
Soundtrack: “Wish you were here” Pink Floyd

Tuesday, 1 July 2008

Mossel Bay - Batty's Bay (32.017 km)


Matteo pulling the southernmost wheelie

Amazing place on the mountain





they looks like drunk dancer
Hello little fish



"Are you sure it's safe down here?"


Great white McDonalds drive through

Hermanus


Cape Agulhas

Southernmost tip of Africa

32.000 km just to take this picture

Rob and Bob Goode, two great bikers

Batty's Bay Beach

Rob welcome back party


Il grande giorno alla fine e' arrivato. Ogni viaggio ha una fine , un punto d'arrivo, una meta da raggiungere prima di cominciare una nuova avventura. Il nostro traguardo era Cape Agulhas, il punto piu' a sud del continente africano.
Quando siamo arrivati sulla costa ho iniziato a scrutare l'orizzonte infinito dell'oceano cercando d'immaginare le creste ghiacciate delle montagne del polo sud. Mi sono sentito come un esploratore alla scoperta di terre lontane. Mi sono chiesto se Bartolomeo Diaz e Vasco De Gama avessero provato le stesse emozioni una volta arrivati fin quaggiu' ai confini del mondo. Il cuore mi batteva a mille all'ora, sembrava quasi che volessi sincronizzarsi con i giri motore della mia multistrada. Ero terribilmente felice per essere arrivato fino in fondo, ma allo stesso tempo triste perche' ero arrivato alla fine di questa splendida avventura.
Mi sono girato verso Robin e ci siamo scambiati un segno d'intesa con il pollice ed il mignole della mano. Esattamente lo stesso segno che ci eravamo scambiati alla partenza 32.000 km, 25 paesi e 210 giorni prima. Ho ripensato a quel giorno allo Scapadaca quando tra una birra e l'altra abbiamo parlato per la prima volta di questo viaggio e quando Cape Agulhas ci sembrava cosi' lontano ed irrangiungibile. Quasi non riuscivo a credere di essere arrivato fino a qui. Ogni 500 metri c'e' un cartello che scandisce gli ultimi chilometri come un'implacabile conto alla rovescia. A meno 2.500 mt io e Robin abbiamo iniziato a rallentare sempre piu'. Un po' per prolungare il piu' a lungo possibile questo momento indimenticabile, ma forse anche per cercare di rimandare un po' piu' in la' la fine di questo nostro grande sogno. A meno 1.000 mt ho sentito uno strano rumore e per un attimo ho temuto che la motocicletta si sarebbe potuta rompere proprio a pochi metri dal traguardo. Sarebbe stata proprio una beffa, ma per fortuna la mia multistrada non mi ha abbandonato neanche questa volta.
Arrivati a Cape Agulhas abbiamo parcheggiato le moto per la foto di rito e prima di togliermi il casco mi sono asciugato le lacrime dagli occhi. Ero talmente emozionato che non riuscivo neanche a capire cosa stessi esattamente provando in quel momento. Io e Robin ci siamo abbracciati e ci siamo detti: -We did it, mate!- -We did it, 'till the end. And Now?- -Now we should turn the bikes and ride all the way up through the west coast- -Would be great! Two of us again...-.
Neanche dieci minuti piu' tardi sono arrivato due ragazzi in sella a due ktm che, partititi da Londra, avevano appena percorso tutta la costa occidentale dell'Africa fino a qui. Che incredibile coincidenza!
Quel pomeriggio siamo arrivati a Betty's Bay dove il papa' di Robin ed alcuni amici avevano organizzato una festa di bentornato. Abbiamo passato un bellissimo weekend. Robin era felicissimo di poter rivedere tutti i suoi amici dopo cosi' tanto tempo ed io mi sono sentito un po' a casa, anche se mi e' venuta una voglia matta di tornare a Torino e rivedere tutti gli amici.
Colonna sonora: "Heroes" David Bowie

Here we are at last, we’ve made it! Every journey comes to an end, a final point, a destination to get to before you can start a new adventure. Our goal was Cape Agulhas, the southernmost tip of the African continent.
When we got to the coast I scanned the ocean’s endless skyline trying to imagine the icy peaks of the South Pole mountains. I felt like an explorer seeking for faraway lands. I asked myself whether Bartolomeo Diaz and Vasco De Gama felt the same kind of emotion when they first arrived here at the end of the world. My heart was beating fast, like it was trying to synchronize with the engine of my Multistrada. I was so damn happy to have made it till the end, but at the same time I was sad too, because my wonderful adventure was over.
I turned to Robin and we exchanged a sign with the thumb and the little finger of our hand. The very same sign we had exchanged when we started: 32.000 km, 25 countries and 210 days before. That day at Scapadaca came to my mind, when for the first time we talked about this journey over a beer or two. Cape Agulhas seemed so far away on that day, almost unreachable. I can hardly believe I’ve travelled so far from home. Every 500 m signs along the road point out the few remaining kilometres as a merciless countdown. At 2500 m Robin and I started to slow down in order to prolong this unforgettable moment, but also trying to put off the end of this great dream of ours. It was less than 1.000 m to the arrival, when I heard a strange noise and for a second I feared my bike would break down, just a few meters before the chequered flag. It would have been a mockery… but my Multistrada didn’t let me down, not even this time. In Cape Agulhas we parked the bikes to take the customary pictures and before I took off my helmet I wiped my eyes. I was so excited I could not even make clear what my feelings were like. I and Robin clasped in each other’s arms and said: -We did it, mate!- -We did it, till the end. And Now?- -Now we should turn the bikes and ride all the way up through the west coast- -It would be great! The two of us again...-.
About ten minutes later two guys arrived riding two KTMs. They had just been travelling all the way down through the west coast. What an incredible coincidence! In the afternoon we drove to Batty’s Bay, where Robin’s pa and some friends were organizing a welcome party. We spent a great weekend. Robin was very happy to be with his friends again and I felt a little like being at home, but don’t let me be misunderstood: I can’t wait to get back to Torino and meet my friends!

Soundtrack: “Heroes” David Bowie

Plettenberg Bay - Mossel Bay (31.372 km)












Da Plettenberg Bay ci siamo inoltrati nuovamente nell'entroterra fino ad Oudtshoorn, la capitale mondiale d'allevamento di struzzi. Qui siamo andati a visitare le Cango Caves, delle immense e spettacolari grotte dalle forme piu' assurde ed incredibili. Ancora una volta la strada sulla montagna e' stata magnifica. A Mossel Bay siamo andati a trovare Leon che ci ha ospitato per la notte e ci ha offerto l'ennesima magnifica grigliata. (Pare che qui in Sud Africa non si mangi altro...).
Colonna sonora: "Crash!" Propellerheads

From Plettenberg Bay we headed inland once again and drove to Oudtshoorn, the world capital of ostrich-breeding. Here we visited the huge, scenic and incredibly-shaped Cango Caves. As usual, the mountain road was great. We paid a visit to Leon in Mossel Bay, who put us up for the night and offered us another gorgeous barbecue (it looks like they don’t have but BBQ’s in South Africa…).
Soundtrack: “Crash!” Propellerheads